Una scuola per tutti, nessuno escluso

Una scuola per tutti, nessuno escluso
Nel Lazio, un bambino con dislessia, disgrafia, disortografia o discalculia, che si rivolga a una struttura pubblica attende fino a 18 mesi per ottenere la certificazione necessaria a ricevere un intervento dedicato. A 7 anni dall’approvazione della legge n. 170/2010, che raccomandava alle Regioni di garantire una “diagnosi precoce” di DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) allo scopo di offrire agli studenti “eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale”, nel Lazio la norma non è stata ancora pienamente attuata (tratto dall’indagine dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, ottobre 2017). È per far fronte a queste difficoltà che ha preso avvio il Progetto di ricerca-azione “Ipda”, nato dalla collaborazione tra la Ausl di Viterbo, distretto 3, Uoc Psicologia, nella figura di Adrio Savini, collegata all’unità complessa reparto TSMREE, diretta da Marco Marcelli, e le scuole dell’infanzia e primarie aderenti al progetto “Promozione del successo formativo attraverso esperienze integrate”(Istituto Omnicomprensivo Orte scuola capofila, Istituto Comprensivo Canevari Viterbo, Istituto Comprensivo Ellera Viterbo, Istituto Comprensivo Egidi Viterbo, Istituto Comprensivo Vanni Viterbo, Istituto Comprensivo Falcone e Borsellino Vignanello, Istituto Comprensivo Monaci Soriano, Istituto Comprensivo Pio Fedi Grotte S. Stefano, Istituto Comprensivo Fantappiè Viterbo). Il progetto prevede l’utilizzo dello strumento Questionario osservativo per l’identificazione precoce delle difficoltà di apprendimento (IPDA, Terreni, 2011), al fine di ottimizzare la rilevazione precoce di tali casi, discriminandoli dai falsi positivi, i quali necessitano invece di interventi di potenziamento.
 
Secondo la normativa, “E’ compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all’articolo 7, comma 1. L’esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.” (Legge 170/2010, articolo 3)

Il D.M. del 17 aprile 2013 colloca nella scuola dell’infanzia il momento in cui far partire la rilevazione delle difficoltà, elencando gli indicatori di rischio ed evidenziando la necessità di predisporre attività educative e didattiche specifiche. L’individuazione precoce di indicatori di rischio di DSA, in bambini molto piccoli, favorisce infatti una tempestiva presa in carico terapeutica, la riduzione dei tempi e dei costi di presa in carico e sopratutto la prevenzione di eventuali disturbi correlati.

Il punto di forza del Progetto è stato l’innovatività della costituzione di un Gruppo di Lavoro di scuola e servizi, insegnanti e psicologi, finalizzato alla rilevazione precoce di casi a rischio di Disturbo dell’Apprendimento nella scuola dell’infanzia e nei primi anni della scuola primaria e alla gestione degli interventi di potenziamento. Tale dialogo collaborativo ha portato alla sensibilizzazione in merito a tali tematiche e ad un miglioramento nella consapevolezza, nella correttezza e nella procedura delle pratiche osservative e somministrative del Questionario, correlandosi alla buona predittività di tale strumento nella rilevazione dei casi a rischio e contemporaneamente ad una diminuzione di invii ai servizi, diminuendo le liste di attesa e ottimizzando la tempistica diagnostica.

L’intervento è stato formativo, informativo e di ricerca, strutturando dei confronti critici in merito ad alcune procedure di analisi dei dati e alla nascita di ipotesi su nuove domande, aree da rivedere ed ulteriori adattamenti, in linea con le richieste della scuola e la realtà del territorio.

Gli obiettivi del Progetto sono quindi stati:

– Intervenire in tutte le scuole dell’infanzia e primarie aderenti al Progetto dei laboratori integrati, per individuare tra i bambini dell’ultimo anno quelli a rischio di difficoltà scolastica

– Aumentare la conoscenza e la sensibilizzazione in merito ai Disturbi dell’Apprendimento e alla loro gestione didattica

– Seguire i bambini a rischio anche nel primo anno della scuola primaria, procedendo alla strutturazione di buone prassi di continuità tra infanzia e primaria

– Diminuzione di invii ai servizi e ottimizzazione delle procedure di rilevazione dei casi a rischio

– Approfondire la valutazione delle situazioni di difficoltà di apprendimento

– Attuare programmi di potenziamento

– Implementare con questi interventi l’integrazione tra servizi e scuola

Il progetto ha in seguito previsto uno scambio critico e produttivo in merito alle aree da approfondire e tramite la somministrazione di questionari di gradimento e di valutazione di efficacia percepita e rilevata in merito allo strumento in questione.

Dall’analisi di tali confronti, nasce la strutturazione di un Gruppo di lavoro, in costante aggiornamento, proponendosi come obiettivo primario la continuità del Progetto Ipda, in modo istituzionalizzato, segnale di una crescente sensibilità e una volontà di ottimizzazione dei servizi nel territorio viterbese per le tematiche dei Disturbi dell’apprendimento, creando proposte pratiche per una buona prassi futura, costituita da modelli di collaborazione tra scuole, Ausl e psicologi scolastici, al fine di migliorare i servizi rivolti agli utenti e, in particolare, ai bambini.

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