Entrati in funzione il nuovo Centro di riferimento per i disturbi dello spettro autistico il Centro di riferimento per le Paralisi cerebrali infantili (PCI) della Asl di Viterbo.
Il servizio è stato collocato presso il terzo piano della Cittadella della salute di Viterbo e vede la partecipazione di tre unità operative: il Tsrmee, la Psicologia e Disabili adulti, dove vi opereranno un neuropsichiatra, uno psicologo e uno o più operatori della disabilità. Al Centro potranno afferire tutti gli utenti che saranno inviati dalle sedi distrettuali delle unità operative coinvolte e dalle strutture accreditate del territorio per la diagnostica dei disturbi dello spettro autistico, il supporto degli operatori specializzati, per lo sviluppo dei piani terapeutici individualizzati e per il coordinamento di azioni di parent (family) training.
“Il Centro di riferimento per l’autismo – spiega Marco Marcelli, direttore dell’unità operativa di Psicologia – si occuperà di favorire l’omogeneità dell’appropriatezza scientifica degli interventi, anche con l’organizzazione di attività di formazione e aggiornamento scientifico anche per gli educatori e gli insegnanti. Il servizio si configura, inoltre, come centro di secondo livello che fornisce supporto e consulenza alle equipe territoriali che ne fanno richiesta”.
Il Centro di riferimento provinciale per le paralisi cerebrali infantili (PCI), invece, è dedicato alla diagnostica delle PCI e dei disturbi neuromotori, alla consulenza per lo sviluppo di piani terapeutici individualizzati, alla presa in carico precoce e alla prevenzione delle patologie neuromotorie.
“L’approccio riabilitativo ed educativo, che ormai è affermato a livello europeo e mondiale – commenta Vincenzo Panella, direttore della direzione Salute e politiche sociali della Regione Lazio -, e che la nostra Regione ha sposato con indicazioni specifiche volte al miglioramento della qualità erogata dei servizi, è quello di andare oltre il concetto tradizionalmente acquisito di disabilità. Le politiche regionali, riaffermate nei nostri decreti, sono finalizzate a far emergere in ogni individuo, a partire dai bambini, le abilità che ha insite in sé stesso. L’apertura di centri di riferimento, come quelli per l’autismo e per le paralisi cerebrali infantili, vanno esattamente nella direzione che abbiamo indicato”.
“Facilitare l’espressione delle abilità e delle capacità di interazione del singolo – aggiunge il direttore generale, Daniela Donetti – rientra nei nostri compiti istituzionali, quando parliamo di minori con paralisi cerebrali, nei confronti dei quali dobbiamo recuperare le strade cognitive e abilitative che possono esser percorse, e anche quando dobbiamo prendere in carico i bambini con disturbi dello spettro autistico, i quali hanno, allo stesso tempo, delle indiscutibili potenzialità che vanno fatte emergere e favorite, senza ripercorrere i tradizionali schematismi che, normalmente, applichiamo alle persone che non presentano queste tipologie di disturbo”.
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